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Ennio

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  1. Ennio

    Ritrovamenti di oggi.

    Ciao Enzo, grazie per la foto della constricta. Nella 1^ immagine si vedono le lamelle bianche-bianche avorio, nella seconda (forse con poca luce) sembrano in effetti più scure, bisognerebbe sapere da Giorgio con sicurezza, il vero colore delle lamelle e se ha notato resti di anello. Ci risentiremo lunedì, adesso vado 4 giorni in Abruzzo per il C.S.N. AMB, nel Parco Velino-Sirente, che purtroppo era ammantato di neve recente fino a 1500 m. Arrivederci a tutti gli amici e, fatevi sotto senza timore, certamente Giorgio non ci "punirà" qualora non fossimo in grado di rispondere esattamente, vero!
  2. Un caro saluto a tutti gli amici intervenuti. Costato ancora una volta quanto, il più delle volte, sia complicato arrivare ad una concorde determinazione dei funghi presentati; ma questo è l'aspetto bello e affascinante della micologia. Per quanto concerne la Lepista in oggetto, aggiungo che per esperienza personale (percui soggettiva) tutte le raccolte di Lepista sordida e varietà, hanno sempre un odore +/- terroso o quantomeno sgradevole, nettamente differente dal forte odore aromatico di L. nuda. Ciao, Ennio.
  3. Armillaria gallica, giovani esemplari, sono evidenti la bande gialle lungo il gambo. Per chi volesse approfondire l'argomento consiglio la lettura di un articolo di Amleto Cherubini, nel Bollettino dell'AMER di Roma n. 57-58 del 2003/2003 nel quale si parla del Genere Armillaria.
  4. Armillaria cepistipes, su tronco a terra di roverella, in bosco termofilo di macchia mediterranea (Selva Bandini, Abbadia di Fiastra, MC
  5. Quello che ha detto Enzo è vero, non si può (salvo alcuni facili casi) determinare un fungo dalla visione della solo foto, comunque porto il mio contributo alla discussione teorica, con due foto (sempre scannerizzate da dia) di quelle che credo siano A. cepistipes e A. gallica (giovane).
  6. Per Enzo e Ggiorgio, mi scuso per essere stato troppo succinto nelle informazioni , ma avevo poco tempo; rimedio in parte. Le apparenti grandi dimensioni non sono veritiere, in effetti si tratta di esemplari si tozzi e quasi massicci, ma di 2 - 4 cm di diametro pileico. Ritornato tre giorni dopo nello stesso posto, i funghi lasciati avevano acquistato un habitus più snello ed esile. Anche l'esemplare (solo cappello) era di 5 cm. L'odore è nettamente terroso-rafanoide, poco igrofani, habitat: viale di cipressi a 80 m s.l.m. nei dintorni di Macerata.
  7. Ennio

    Ritrovamenti di oggi.

    Ciao Giorgio, mi interessa il fungo n. 5: aveva per caso dei resti veliformi sul gambo?, per certi aspetti sembrerebbe una giovane Calocybe constricta. Seguita ad inserire questi mini quiz, sono molto utili per tenerci in allenamento e rinfrescare la nostra memoria "micologica" sopratutto ora che in giro ancora c'è poco o niente. Cordiali saluti, Ennio
  8. Lepista sordida. nota: la trovo spesso molto più igrofana della varietà, è una casualità, oppure è normale? Grazie per le eventuali e gradite osservazioni, Ennio
  9. doppia fruttificazione Lepista sordida var. lilacea
  10. Cari amici, come potete vedere frequento (piacevolmentee con interesse) il forum solamente dall'inizio di maggio 2006, e tempo permettendo, vado a visionare a ritroso i vecchi interventi. Il 5 di aprile è stato inserito un post riguardante la Lepista sordida, a cui hanno fatto seguito moltissime discussioni, che ad un certo punto Arturo ha fatto bene a chiudere. A posteriori , dato che solo oggi ho visionato il post, permettetemi di esprimere la mia piena condivisione con i pareri espressi da Donatella e Marco. Tornando invece ai funghi; trovo spesso sotto cipresso comune e pino domestico, una Lepista che penso sia L. sordida varietà lilacea di cui vi allego alcune foto. Chiedo aiuto agli amici che leggono: è corretta la mia determinazione? un cordiale saluto, Ennio PS: per Doni e Enzo, sono tornato dall'Africa, ma c'erano 55° e solo Agaricus arrostiti sul campo, ciao
  11. Ogni cosa a suo tempo, ora la natura dspensa fiori primaverili, ma se siamo pazienti.....anche i funghi arriveranno (intanto un anticipo di Agaricus l'ha fornito), tanto per incoraggiarci un pò. Complimenti per le belle immagini dei fiori e panorami, ciao Ennio
  12. vi sto rispondendo a bordo del Jumbo 747 in volo verso il Madagascar, appena arrivo faccio uno squillo, il primo Agaricus che troverò lo dedico a voi, ciao Ennio
  13. Arturo, grazie per la elaborazione, così è già meglio, ciao, Ennio PS: per Doni; sto postando a bordo dell'aereo in volo per il Madagascar
  14. La chiave proposta da Lillo la Chiusa è la riproposizione schematica della sistematica adottata da Alberto Cappelli nel suo libro AGARICUS 1984. Tramite questa opera nell'ultimo ventennio, molti micologici dilettanti o amatoriali (come anche il sottoscritto) hanno imparato a conoscere il Genere Agaricus. Certo il 1984 la dice lunga da se; fra poco tutto la sistematica del genere sara ampiamente "sconvolta" dalle recenti impostazioni, dovute alle nuove conoscenze acquisite dal 1984 ai giorni nostri e che vedranno notevolmente modificata la sistematica in questione. Personalmente ritengo che il libro di Cappelli, rimarrà comunque una pietra miliare per quanti appasionati del Genere Agaricus, ciao Ennio
  15. Domenica 4 giugno, era programmata la 3^ e ultima escursione del corso di botanica della nostra Associazione, nei Monti Sibillini, località Pintura di Bolognola e prati di San Liberato (m. 1200-1500). Nonostante le previsioni del tempo fossero pessime, si è deciso di partire lo stesso e, come dice il vecchio detto "la fortuna aiuta gli audaci". Si; perchè invece è stata una giornata ventosa, molto fredda, soleggiata, a tratti nuvolosa, ma a disdetta delle previsioni ........... Vi allego 10 immagini dei luoghi, le cime arrivano a 2100 m. circa, la neve caduta nella gionata precedente e nella nottata è scesa a quota 1600. Le foto digitali sono di Roberto, responsabile scientifico dell'associazione "Monti Sibillini" Dopo questa nevicata ho deciso che è il caso di andare a studiare gli Agaricus in Africa, ciao Ennio
  16. Ciao Giorgio, Di complimenti ne meriti molti più tu, per la tua costante, competente e appassionata presenza nel forum. Rispondendo alla tua domanda posso confermare che la prova della reazione di Schaffer serve essenzialmente a differenziare il gruppo delle Flavescentes (mnores comprese) dal gruppo dei Xanthodermatei, percui A. tenuivolvatus (= sylvicola), A. essettei (ex abruptibulba), A. Macrocarpus, hanno tutte reazione di Schaffer positiva. Ennio
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